Escursione alle cascate del Maisano o del Menta.
Questa escursione è stata percorsa nel mese di agosto con i
il gruppo dei ‘camminando onlus’.
Si deve raggiungere il Parco dell’Aspromonte e precisamente
Gambarie e proseguire per la strada per il monte Montalto, e prendere la
direzione ‘diga del Menta’. Prima di raggiungere il punto di partenza, è
obbligatorio fermarsi, ad ammirare l’incantevole Costa Viola, da sopra il
naturale balcone di sant’Elia di Palmi, e successiva tappa è la visita al
‘ceppo’ di Garibaldi, cioè l’albero dove si è seduto Garibaldi quando è stato
ferito.
E’ una bellissima giornata di agosto, ed iniziamo a scendere
nel letto del fiume Maesano, più volte ci siamo recati in questo posto ed ogni
volta ci sorprende con nuovi scorci e intense sensazioni. Ma questa volta ci
aspetta una brutta sorpresa, tutta la valle ha subito un incendio distruggendo
il sottobosco ed abbattendo diversi alberi, la rabbia e la voglia di urlare ci
assale e restiamo impotenti di fronte a tale scempio.
Durante la discesa verso le cascate incontriamo la signora
Rosa, che con qualche difficoltà anche lei ha intrapreso la discesa, le
chiediamo se vuole unirsi a noi, così da condividere ‘gioie e dolori’, accetta
anche se è titubante, per le proprie capacità fisiche, ma lo è di più, per il
marito si è fermato sul sentiero ad aspettarla, dato che non aveva nessuna
intenzione di continuare. La Signora Rosa, più volte nel corso delgli anni
precedenti, aveva provato a raggiungere le cascate, ma ogni volta aveva dovuto
rinunciare, ma questa volta e con il nostro supporto aveva deciso di arrivarci,
spinta anche dal motto che le avevamo instillato: “se non ora quando!”.
Raggiungiamo le acque limpide del fiume, cosparso di grossi e
tondi massi di granito, diverse trote fario, al nostro arrivo si nascondevano
tra i massi ma ci davano il tempo di intravedere la colorazione picchiettata di
rosa.
Raggiungiamo le cascate, che si sviluppano su tre salti, e ad
ogni salto vi è una vasca straripante di un’acqua color smeraldo. Troviamo un
posto dove sederci e i più temerari si fanno un tuffo nelle fresche (gelide)
acque (tra cui io).
Questa volta, purtroppo, il pranzo è costituito da un frugale
panino e l’immancabile bicchiere di vino che allieta la nostra conversazione e
le nostre risate.
La signora Rosa, un po’ preoccupata, si è messa già sulla
strada del ritorno, in poco tempo la ritroviamo esausta, seduta sopra un sasso
che parlava con degli altri escursionisti che rientravano, ed affidava alla
loro cortesia di rassicurare il Signor Luigi (il marito), nel caso lo avessero
incontrato.
Con un po’ di fatica raggiungiamo il luogo dove abbiamo
lasciato l’auto, e finalmente la signora Rosa trova suo marito, che la guarda con
uno sguardo rabbioso, cercò di rabbonirlo, presentandoci e elogiando la nostra
pazienza.
L’escursione non è ancora finita, anche perché decidiamo di
passare da Montalto per una visita al Cristo Redentore e per ammirare la vista
della Sicilia e del grande e sovrastante cono dell’Etna. Ridiscendendo da
Montalto decidiamo di visitare il Santuario della Madonna di Polsi. Incontriamo
gruppi di pellegrini sciamano lungo le strade tortuose e ripide che conducono
al santuario. E’ già iniziata la novena che anticipa il giorno della festa (1 e
2 settembre), si respira un’aria decisamente medievale.
Da Polsi a San Luca attraversiamo ampi e secchi letti di
fiumare, risalendo e ridiscendendo ripide montagne, per una strada a dir poco
dissestata, siamo nel cuore dell’Aspromonte e ne ammiriamo tutta la sua
primitiva forza. Lungo il percorso intravediamo pietra Cappa con la sua gibbosa
rotondità (meta di una prossima escursione).
Ritorniamo ad Amantea transitando sulla strada che da Mammola
arriva a Rosarno. Rincasiamo un po’ esausti, ma carichi di una giornata
trascorsa tra la natura e condivisa per ogni emozione.