Camminare per ritornare in sintonia con la natura. Camminare per condividere insieme le emozioni!
mercoledì 21 novembre 2012
martedì 6 novembre 2012
Escursione al Monte Barbaro 5 nov 2012
Le varie tonalità di verde regalavano un vivace gioco di colori. I falchetti su nel cielo immobili sfruttavano maestosamente le veloci correnti di quel gradito libeccio.LA GIORNATA ERA TUTTA NOSTRA...Piu avanti grazie alla caparbietà mia e di Giuliano scopriamo un posto fantastico dove poter banchettare e consumare il nostro tanto e meritato pranzo. Il vino, un ottimo Cirò mise a tacere ogni commento...regalandoci così un prezioso silenzio oltre che ad un meraviglioso e spettacolare prato dinanzi a noi....come uno dei migliori campi da golf della nazione. Ora esausto...sono qui...su questa tastiera a sognare la prossima escursione....LA CALABRIA E' IL REGNO DEGLI DEI...(Francesco Naccarato)
lunedì 15 ottobre 2012
Monte Barbaro, Fiumefreddo Bruzio
Bellissima
escursione per il panorama che abbraccia dal golfo di Lamezia Terme fino al
golfo di Policastro, con la vista della costa Paolana e ldelle imponenti cime
della Montea e della La Caccia. Raggiungendo la cima del monte Barbaro, monte
Cocuzzo sovrasta e domina la vallata. Escursione priva di
difficoltà, si segue un sentiero sterrato che parte da piano Barbaro, che lo si
raggiunge transitando per Fiumefreddo Bruzio paese e dirigendosi verso la
Badia di Fonte Laurato (aperta nel mese di Agosto,durante il patrono di Fiume
Freddo, vicino la badia c'è la presa dell'acquedotto che arriva ad Amantea).
Dalla badia, si continua con la macchina o a piedi, per la strada asfaltata che
porta a Piano Barbaro. Lasciare l'auto ed imboccare il sentiero che è chiuso
con un rudimentale cancello (richiuderlo, scappano le pecore e i buoi).
La stradina sterrata e ripida comincia ad essere appagante nel godere del paesaggio di Fiumefreddo paese, di Falconara Albanese e della costa. Arrivati all'antecima, si trovano i pascoli per le mucche ed i cavalli e una fresca fontana che immette l'acqua in un abbeveratoio per gli animali. Si prosegue seguendo la strada o il crinale e si giunge a monte Barbaro. Da quì si gode una bellissima vista del Monte Cocuzzo. Si può proseguire seguendo la strada e si giunge sulla cima successiva, fino ad arrivare alla Mano del Gigante. Lungo il percorso si incontrano ancora pascoli ed abbeveratoi per animali.
L'escursione è lunga circa 15 chilometri, evitare di farla nei mesi estivi.
L'escursione è stata fatta più volte, con Nino e con la Belva.
Buon cammino da Giuliano
La stradina sterrata e ripida comincia ad essere appagante nel godere del paesaggio di Fiumefreddo paese, di Falconara Albanese e della costa. Arrivati all'antecima, si trovano i pascoli per le mucche ed i cavalli e una fresca fontana che immette l'acqua in un abbeveratoio per gli animali. Si prosegue seguendo la strada o il crinale e si giunge a monte Barbaro. Da quì si gode una bellissima vista del Monte Cocuzzo. Si può proseguire seguendo la strada e si giunge sulla cima successiva, fino ad arrivare alla Mano del Gigante. Lungo il percorso si incontrano ancora pascoli ed abbeveratoi per animali.
L'escursione è lunga circa 15 chilometri, evitare di farla nei mesi estivi.
L'escursione è stata fatta più volte, con Nino e con la Belva.
Buon cammino da Giuliano
Etichette:
escursione
Ubicazione:
87030 Fiumefreddo Bruzio CS, Italia
venerdì 12 ottobre 2012
Camminata nelle colline a ridosso di Amantea
Da Amantea a Terrati salendo dal fiume Colongi e ritornando dalla contrada Cannavina.
Camminata con partenza da Amantea, risalendo il fiume di Colongi, passando per la ex sorgiva detta 'du sghicciaturu', passando sotto i secolari platani di San Pietro in Amantea, proseguendo per la strada dei Terrati. Sosta per il pranzo al rifugio della forestale e ritorno da San Pietro, per la vecchia strada (franata) che riporta ad Amantea.
Camminanti: Franco, Roberto, Alessandra e Giacomo.
lunedì 8 ottobre 2012
Calabria Coast to Coast - Luglio 2011
Inserisco in questo post, la 'premessa' per l'attraversata a piedi della Calabria, da Amantea a Crotone, che è stata percorsa nel mese di luglio del 2011, insieme ai camminanti Franco, Enzo, Roberto ed io (Giuliano).
160 chilometri in sette giorni, trascorsi ad ascoltare, a respirare, ad annusare, a gioire, ad assaporare la 'calabresità' impregnante all'ombra dei castagni, nei consigli dei miglior sentieri, nella freschezza di una acqua sorgiva, nei ricordi delle civiltà scomparse, nel vino rosso di parenti, nelle descrizioni di altri viaggiatori, nell'incredulità di chi incontravamo.
Ma principalmente, sette giorni trascorsi insieme a condividere ciò che ci accadeva lungo la il 'cammino'.
Calabria Coast to Coast
Una sera ricevo una telefonata di Franco, che mi dice “Giuliano, ho un progetto, un progetto da realizzare, raggiungimi al più presto al salone che ne parliamo, sbrigati, cerca di arrivare in fretta”. La telefonata si interrompe e mi lascai trasportare dall’immaginazione per cercare di capire cosa volesse intendere con la parola “progetto”, ho pensato ad una serata trascorsa sulla torre d’avvistamento di monte Mancuso, oppure alla lettura di poesie al chiaro di luna sopra il monte Santa Lucerna, oppure andare a piedi alla Madonna di Polsi, tutte idee
160 chilometri in sette giorni, trascorsi ad ascoltare, a respirare, ad annusare, a gioire, ad assaporare la 'calabresità' impregnante all'ombra dei castagni, nei consigli dei miglior sentieri, nella freschezza di una acqua sorgiva, nei ricordi delle civiltà scomparse, nel vino rosso di parenti, nelle descrizioni di altri viaggiatori, nell'incredulità di chi incontravamo.
Ma principalmente, sette giorni trascorsi insieme a condividere ciò che ci accadeva lungo la il 'cammino'.
Una sera ricevo una telefonata di Franco, che mi dice “Giuliano, ho un progetto, un progetto da realizzare, raggiungimi al più presto al salone che ne parliamo, sbrigati, cerca di arrivare in fretta”. La telefonata si interrompe e mi lascai trasportare dall’immaginazione per cercare di capire cosa volesse intendere con la parola “progetto”, ho pensato ad una serata trascorsa sulla torre d’avvistamento di monte Mancuso, oppure alla lettura di poesie al chiaro di luna sopra il monte Santa Lucerna, oppure andare a piedi alla Madonna di Polsi, tutte idee
giovedì 4 ottobre 2012
Gita a Cucuzzo, lunedi' 10 luglio 1826
Questo capitolo, tratto dal racconto "Una spedizione botanica in Calabria" di Michele Tenore, racconta la 'gita' a monte Cocuzzo da parte dell'autore. Nel leggerlo, si ravvivano i ricordi e si ampliano i punti di vista, sulle escursioni fatte per raggiungere la vetta di monte Cocuzzo.
Se il Signor Tenore ci avesse avvisati in tempo saremmo andati volentieri con lui.
Lunedì 10 luglio 1826
Gita al Cucuzzo
Alle 5 della mattina lasciamo Cosenza, e muoviamo alla volta di Mendicino. Non è questa la sola strada, che si può battere per andare al Monte Cucuzzo. Infatti, due altre ce ne sono state proposte, la prima per Carolei, più all’oriente di Mendicino, e l'altra per Cerisano, più all’occidente; ma i conoscitori del luogo sostengono che quella di Mendicino sia la più breve; quando si voglia tornare la sera a Cosenza; laddove andando per altra via bisognerebbe impiegare in questa gita due giorni. Cosenza si lascia, passando il ponte del Busento, e quindi prendendo la valle, dove il letto stesso del fiume replicate volte guadar bisogna, perchè il viottolo dei pedoni non è praticabile a cavallo. Sulle colline la vallata e alberata di viti, fichi ed altri alberi fruttiferi, indi elevandosi verso il monte, di castagni, querce e noci. Bello è l’osservare la giacitura geologica delle varie masse di rocce, che si presentano lungo la vallata del letto del fiume percorsa. Lasciate le argille. nelle più basse colline cominciano a mostrarsi i scisti argillosi e micacei, i quali diventano sempreppiù compatti nei luoghi ove i fianchi del monte è più addentro scoperti si mostrano. lvi in molti luoghi evidente manifestano il loro senso collo gneis e col granito. Largo pascolo al geologo offrono perciò il letto e le sponde del Busento per le belle e variate specie di rocce di cui può fare ampia collezione ; e tra le quali tutte le combinazioni si trovano del feldspato del quarzo, dell’orniblenda, della mica.
Se il Signor Tenore ci avesse avvisati in tempo saremmo andati volentieri con lui.
Lunedì 10 luglio 1826
Gita al Cucuzzo
Alle 5 della mattina lasciamo Cosenza, e muoviamo alla volta di Mendicino. Non è questa la sola strada, che si può battere per andare al Monte Cucuzzo. Infatti, due altre ce ne sono state proposte, la prima per Carolei, più all’oriente di Mendicino, e l'altra per Cerisano, più all’occidente; ma i conoscitori del luogo sostengono che quella di Mendicino sia la più breve; quando si voglia tornare la sera a Cosenza; laddove andando per altra via bisognerebbe impiegare in questa gita due giorni. Cosenza si lascia, passando il ponte del Busento, e quindi prendendo la valle, dove il letto stesso del fiume replicate volte guadar bisogna, perchè il viottolo dei pedoni non è praticabile a cavallo. Sulle colline la vallata e alberata di viti, fichi ed altri alberi fruttiferi, indi elevandosi verso il monte, di castagni, querce e noci. Bello è l’osservare la giacitura geologica delle varie masse di rocce, che si presentano lungo la vallata del letto del fiume percorsa. Lasciate le argille. nelle più basse colline cominciano a mostrarsi i scisti argillosi e micacei, i quali diventano sempreppiù compatti nei luoghi ove i fianchi del monte è più addentro scoperti si mostrano. lvi in molti luoghi evidente manifestano il loro senso collo gneis e col granito. Largo pascolo al geologo offrono perciò il letto e le sponde del Busento per le belle e variate specie di rocce di cui può fare ampia collezione ; e tra le quali tutte le combinazioni si trovano del feldspato del quarzo, dell’orniblenda, della mica.
sabato 29 settembre 2012
Buon compleanno Presidente!
Estatico! |
Mi tornano in mente lo scambio di saettanti ed allegre battute, concatenate l’una all’altra da occhiate d’intesa o di “cuccuuccuuee!” urlati, e ricambiati da noi tutti come eco di montagna.
Si ravviva nella memoria la ricerca della ristoratrice ombra del loricato, dove imbandire il nostro cerchio, fatto da un incontro, di occhi luccicanti di un rosso brindisi, che induce a dischiudere le porte delle nostre percezioni all’invitante frase della Belva “trasiti… trasiti!..”.
Riaffiorano in modo vivido i chilometri percorsi in macchina alla ricerca delle “case dirute” o della “seconda carrareccia a destra” indicate dalla guida del Bevilacqua e mai trovate, o le attraversate in bicicletta da monte Faeto a Potame con fulmini rimbombanti e annesso "diluvio universale" e con le urla di Roberto che diceva: “stiamo sbagliando, torniamo indietro!”, o gli attacchi dei ringhianti pastori maremmani che con il pelo rizzato si avvicinavano alle nostre caviglie.
Franco lo rivedo "guagliunu" nel salone di "Mastr'Ettore" con i suoi occhi curiosi e pronto al sorriso, per poi ritrovarlo come compagno di escursioni sul Tuvulo insieme a Don Giulio.
Riascolto con piacere, i persuasivi discorsi di Roberto, da me fiancheggiato con ipotesi direzionate verso adolescenziali oratori, ma prontamente smentite dalle ironiche battute di Franco che ama “scialarsi” con ciò che la vita gli offre.
Alla prossima camminata.
Buon Compleanno Franco! da Giuliano.
Parco del Pollino |
Dorme? |
La fleccia amarilla |
Sul Cammino per Santiago |
Scikkirignak! |
Calabria Coast to Coast |
Pasta e patate impacchiusa! |
Monte Mancuso |
sabato 22 settembre 2012
Risalita del fiume Argentino estate 2012
L'itinerario di questa escursione si svolge all'interno della valle della riserva naturale del fiume Argentino, partendo da Orsomarso e risalendo il letto del fiume fino ad arrivare alla località Povera Mosca. Qui si lascia l'auto e si inizia la risalita del fiume.
La lunghezza dell'escursione è di circa 13 km, con un dislivello di circa 350 metri, di grado facile T (tutti). L'escursione è stata percorsa il 18 luglio 2012.
A questa escursione partecipano i 'camminanti': Mario, Pierpaolo, Roberto,Rocco, io e Franco.
E' una escursione che si svolge la fresca ombra di altissimi lecci, il fragore continuo del fiume ci accompagnerà per tutta la durata dell'escursione.
In più punti si guada il fiume attraversando una serie di ponticelli in legno che renderanno facile .
Come meta si era prefissato di arrivare alle cascate del fiume Argentino, ma ci siamo inerpicati su un sentiero che ci porterà alla località Golfo della Serra. Raggiungiamo comunque un'altra cascata di dimensioni minori che appagherà in parte il desiderio di tutti.
Durante l'escursione riusciamo a vedere e toccare (emette un liquido urticante), un bellissimo anfibio: ululone dal ventre giallo e nero con sfumature azzurre.
L'escursione è sempre accompagnata da un buon panino ripieno di salsiccia, pomodori, formaggio e l'immancabile vino calabrese Asylia ed una superlativa torta di mele preparata da Pierpaolo.
Al ritorno ci fermiamo a visitare il paese ed il campanile di Orsomarso, un paesino incastonato nella vallata.
Buon cammino a tutti i camminanti.
Giuliano
La lunghezza dell'escursione è di circa 13 km, con un dislivello di circa 350 metri, di grado facile T (tutti). L'escursione è stata percorsa il 18 luglio 2012.
A questa escursione partecipano i 'camminanti': Mario, Pierpaolo, Roberto,Rocco, io e Franco.
E' una escursione che si svolge la fresca ombra di altissimi lecci, il fragore continuo del fiume ci accompagnerà per tutta la durata dell'escursione.
In più punti si guada il fiume attraversando una serie di ponticelli in legno che renderanno facile .
Come meta si era prefissato di arrivare alle cascate del fiume Argentino, ma ci siamo inerpicati su un sentiero che ci porterà alla località Golfo della Serra. Raggiungiamo comunque un'altra cascata di dimensioni minori che appagherà in parte il desiderio di tutti.
Durante l'escursione riusciamo a vedere e toccare (emette un liquido urticante), un bellissimo anfibio: ululone dal ventre giallo e nero con sfumature azzurre.
L'escursione è sempre accompagnata da un buon panino ripieno di salsiccia, pomodori, formaggio e l'immancabile vino calabrese Asylia ed una superlativa torta di mele preparata da Pierpaolo.
Al ritorno ci fermiamo a visitare il paese ed il campanile di Orsomarso, un paesino incastonato nella vallata.
Buon cammino a tutti i camminanti.
Giuliano
giovedì 20 settembre 2012
Escursione del 17 sett 2012- Amantea-Chiaie-Vadi-Greci- e ritorno
E' l'alba di questa frenetica e fantastica giornata. Ormai
mi conosco molto bene e svegliarmi ancora prima del previsto significa che avrò
un intera giornata da bruciare...a modo mio. Un'altra escursione da catalogare
ed immagazzinare nella mente mia affinchè nel tempo diventi momento di preziosi
ricordi in compagnia.
Oggi si è deciso di andare a Greci a piedi dove x
l'occorrenza ho provveduto personalmente a contattare una pizzeria ristorante
del posto a farci trovare un buon pranzetto da degustare poi x il nostro
arrivo. I partecipanti a quest ennesima escursione siamo in 8 ma x cause
diverse...ognuno si programma la propria partenza regolandosi con le proprie
resistenze e sopratutto con i propri tempi. Da casa mia partiamo io ( Franco),
Roberto e Giacomino. A noi 3 l'impresa piu ardua di affrontare e superare
l'irta salita delle Chiaie che ci catapulterà sino alla sommita di Camoli dove
poi ci collegheremo alla strasa tortuosa ed anch'essa irta che ci farà
raggiungere il borgo dei Vadi.
Li troviamo altri 3 partecipanti che per
questione di meno tempo a disposizione x impegni loro persoonali ci hanno
raggiunto x l appunto in quel borgo. Loro sono Rocco, Giusy e Micuzzo. Si
riparte in una giornata bellissima ed assolata. Le curve, una dietro l'altra
fanno scorrere le nostre risate ed i nostri ragionamenti facendoli diventare
una sorta di cultura spalmata su tutta quella faticata che sprigioniamo passo
dopo passo. Dopo qualke km alle nostre spalle spunta silenziosamente e
fluidamente Franco che come previsto ci raggiunge in bicicletta. E' Stato di
parola. Prima di mezzogiorno ci avrebbe raggiunto x il pranzo in localita
Greci. La stanchezza inizia a farsi sentire e uno dopo l'altro si inizia a
chiedere quanto manca all'arrivo.
Esausti ci ritroviamo sui tornanti finali di un estenuante discesa fatta di vedute rare e bellissime, di sospiri e sguardi galoppanti...Di accarezzamenti verso un orizzonte a volte quasi troppo vicino. La stanchezza prevale su ognuno di noi...ma silenziosamente, questo credo, che in ognuno di noi oggi...si è provato un esperienza unica e ricca di vitalità, I nostri passi ci hanno regalato un motivo in piu x ricominciare un altra escursione con la stessa voglia...con la stessa grinta della partenza di quest' alba. Poichè in ognuno di noi, come istinto primordiale abbiamo nel nostro cuore, nella nostra anima questo strano, invisibile legame con nostra madre terra ke ci coinvolge anche e persino in una pur semplice e sola passeggiata con la gente giusta.
A chi ama camminare...ed a
chi è capace di liberare la mente nella vastità di una prateria o nel fascino
di un bosco dedico ogni escursione ed ogni goccia della mia anima....proprio
nel momento della sua completa liquefazione...e questo accade lassu...Lassu
sulle montagne, dove si toccano le cime, dove mi ritrovo non so dove, in un
viaggio verso un luogo dove il mio cuore e la mia mente si perdono in un
vagabondare senza fine.
Redatto da: Naccarato Francesco-Presidente Associazione
CAMMINANDO ONLUS AMANTEA
Traccia gps kml del percorso
Slideshow
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87035 Greci CS, Italia
mercoledì 19 settembre 2012
L'antica via da Cosenza ad Amantea
Oggi abbiamo percorso l'antica via che da Cosenza scendeva ad Amantea. Abbiamo fatto il tratto da Greci al mare attraversando il Camolo.
Emozioni forti mo hanno fatto compagnia.
Riporto uno dei capitoli del mio nuovo libro: LA FINE DI UN SOGNO; Luigi Baffa storia di un italiano.
Il viaggio viene compiuto nel 1786 da Amantea a Cosenza sulla stessa strada.
" Partirono alle prime luci del mattino uscendo dalla porta di Catocastro e, dopo aver attraversato il fiume, salirono per il Camolo raggiungendo, dopo circa un paio di ore, il casale di Vadi posto sul crinale della collina. Avevano scelto questa strada perché li portava lontano dalle acque malsane del “Laghiciello” che, invece, avrebbero incontrato salendo dal casale di San Pietro costeggiando il crinale della montagna per giungere a Terrati.
Il lago anche in ottobre, dopo una stagione di caldo torrido, rappresentava un pericolo per i fumi maleodoranti che da esso si alzavano. La strada che stavano percorrendo evitava invece questo incontro e consentiva anche di accorciare il cammino. Non vi era necessità di passare da Aiello e poi dai casali di Grimaldi e Rogliano ed era inutile correre il pericolo di qualche malattia che dal lago arrivava; il loro carico era destinato a Cosenza.
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Amantea CS, Italia
martedì 18 settembre 2012
Da Amantea al Tuvolo passando per Santa Elia
Camminando da Amantea al Tuvolo, passando dalla Tonnara, dalla Chiesa di S. Elia
Vi propongo un percorso che abbiamo "camminato" diverse volte, con diversi camminanti e nelle diverse stagioni.
Vi propongo un percorso che abbiamo "camminato" diverse volte, con diversi camminanti e nelle diverse stagioni.
Il percorso inizia partendo d'Amantea (piazza Cappuccini) si arriva alla Tonnara percorrendo la Strada Nuova (ex Nazionale), prima di passare sotto il cavalcavia della SS18 (siamo quasi arrivati alla località Tonnara), si svolta a sinistra (strada in salita) e poi ancora a sinistra, strada sterrata, fino ad arrivare sulla strada asfaltata che proviene (da sud) dal Torrione di Coreca, la si attraversa e si continua a salire su una stradina sterrata. La stradina termina vicino una casa, ma prendendo come riferimento i ripetirori della Rai, ci si ricongiunge alla strada asfaltata che porta alla parte più alta del Tuvolo (direzione Cannatiello). Dal punta estrema (sud) della collina del Tuvolo si gode una ampia vista sul golfo di Lamezia Terme, guardando verso il mare si vede la scogliera di Coreca e la Formichella, il cono fumante dello Stromboli, le isole Eolie e se le condizione climatiche lo permettono si vede anche la cima dell'Etna, guardando verso l'entroterra si riconosce la cima di Monte Mancuso, Monte Reventino, la valle del Savuto, il profilo di Serra d'Aiello e alle sue spalle Monte Faeto.
Si prosegue prendendo il rettilinio che conduce alla Chiesa di Santa Elia, lungo il tragitto s'incontrerà l'ex campetto da calcio e l'acquedotto (che sembra una costruzione futuribile).
Arrivando alla chiesetta di Sant'Elia, si prende la prima strada a destra che ridiscendere verso Amantea chiudendo così l'anello percorrendo il vallone del fiume Colongi.
Il percorso non presenta difficoltà, un passo tira l'altro ed alla fine si è contenti di mangiare la frutta (mandorle, fichi, susine, fichi d'india, corbezzoli ecc.) che si trovano lungo il cammino.
Scarica la traccia .kml per il tragitto.
Si prosegue prendendo il rettilinio che conduce alla Chiesa di Santa Elia, lungo il tragitto s'incontrerà l'ex campetto da calcio e l'acquedotto (che sembra una costruzione futuribile).
Arrivando alla chiesetta di Sant'Elia, si prende la prima strada a destra che ridiscendere verso Amantea chiudendo così l'anello percorrendo il vallone del fiume Colongi.
Il percorso non presenta difficoltà, un passo tira l'altro ed alla fine si è contenti di mangiare la frutta (mandorle, fichi, susine, fichi d'india, corbezzoli ecc.) che si trovano lungo il cammino.
Scarica la traccia .kml per il tragitto.
Buon camino da Giuliano
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sabato 15 settembre 2012
Escursione al tramonto. San Pietro in Amantea
Da Amantea a San Pietro in Amantea
L'escursione è lunga circa 15 km con un dislivello di circa 300 m, percorrendo un terreno asfaltato e sterrato, difficoltà nessuna.
La particolarità di questa escursione è stata quella di percorrere il sentiero al calare del sole, raggiungendo San Pietro in Amantea ormai all'imbrunire, per poi ritornare ad Amantea con la luce della notte.
I 'camminati' che hanno partecipato sono: Franco, Pierpaolo, Mario, Roberto, Giuliano (io) e Giacomino. L'escursione ha avuto inizio da piazza Cappuccini, alle ore 19,30, un saluto ai conoscenti che ci guardavano un pò increduli ed iniziammo a salire i gradini della scalinata che porta al convento di San Bernardino, lo si oltrepassa e si percorrere l'ex nazionale, facendo attenzione a prendere la vecchia strada che portava a San Pietro, strada ormai interrotta da anni a causa di una frana. Si passa vicino la casetta su cui è posta la lapide che ricorda la firma della resa della città di Amantea alle truppe francesi (anno 1807 in contrada Rota). Siamo già 'sopra' Amantea e godiamo dell'inconfondibile profilo dei ruderi del castello, con la torre di guardia, la palma della chiesa matrice, ed i caratteristici scogli d'Isca incastonati un mare che aspetta il tramonto. Oltrepassiamo la contrada Cannavina, ricordandoci della fontana, ormai chiusa, che la caratterizzava. Incontriamo la prima frana e poi altre ancora. Siamo già a circa 250 metri sul livello del mare, e la luce calda del tramonto fà diventare ancora più gialli i fiori della ginestra e l'aiuta a sprigionare un intenso profumo. Una sosta per ammirare il panorama, e per raccogliere qualche susina (schicciossa) o qualche fico maturo e si riprende a camminare. Si parla come sempre di questa meravigliosa terra, del perchè non riusciamo a condividerla, si parla delle tradizioni che si stanno perdendo.
Ormai siamo quasi a San Pietro (ore 20,45), lo intravediamo già con le luci delle strade accese, percorriamo la via che porta al centro, ma prima di arrivarvi, c'è il nostro amico Rocco, che sopra un tavolino preso in prestito da un negozietto alimentari, vi ha appoggiato una 'gavita' di sangria, che a colpi di mestolo ci riempie i bicchieri. Brindiamo a Rocco, a San Pietro a noi, accostiamo velocemente degli altri tavoli e delle sedie, ed iniziamo un piccolo 'spuntino' a base di provolone piccante, mortadella tagliata a dadetti, insalata di pomodori con cipolla e peperoncino, capicollo e le favolose olive che saranno lo spunto per l'incontro con 'l'ingegnere'. Arrivano altre persone e conoscenti, il simpatico Periglio che ci offre due litri di vino, il musicista Franco. Lo spuntino si concluderà con la prelibata crostata alla marmellata di mirtilli, preparata da Pierpaolo. Sono ormai le 22,30, siamo un pò indecisi se ritornare dalla strada che porta nel fiume Colongi, o ritornare dalla strada asfaltata che porta ad Amantea, optiamo per ques'ultima.
La luna ormai è tramontata ci regala un favoloso cielo attraversato da una luminosa via lattea, e le costellazioni dell'orsa maggiora, dello scoprione e del cigno, ci accompagneranno lungo il nostro rientro ad Amantea. Iniziamo ad intraprendere la piccola salita del 'macello' e ci rendiamo conto che non c'è più la fontana dove si abbeveravano i 'ciucci' (come mai è stata distrutta?) ci sediamo sulle panchine poste vicino la croce e ci salutiamo per un prossima escursione. E' circa mezzanotte!
Buon cammino!
Scarica la traccia gps .kml del percorso.
L'escursione è lunga circa 15 km con un dislivello di circa 300 m, percorrendo un terreno asfaltato e sterrato, difficoltà nessuna.
La particolarità di questa escursione è stata quella di percorrere il sentiero al calare del sole, raggiungendo San Pietro in Amantea ormai all'imbrunire, per poi ritornare ad Amantea con la luce della notte.
I 'camminati' che hanno partecipato sono: Franco, Pierpaolo, Mario, Roberto, Giuliano (io) e Giacomino. L'escursione ha avuto inizio da piazza Cappuccini, alle ore 19,30, un saluto ai conoscenti che ci guardavano un pò increduli ed iniziammo a salire i gradini della scalinata che porta al convento di San Bernardino, lo si oltrepassa e si percorrere l'ex nazionale, facendo attenzione a prendere la vecchia strada che portava a San Pietro, strada ormai interrotta da anni a causa di una frana. Si passa vicino la casetta su cui è posta la lapide che ricorda la firma della resa della città di Amantea alle truppe francesi (anno 1807 in contrada Rota). Siamo già 'sopra' Amantea e godiamo dell'inconfondibile profilo dei ruderi del castello, con la torre di guardia, la palma della chiesa matrice, ed i caratteristici scogli d'Isca incastonati un mare che aspetta il tramonto. Oltrepassiamo la contrada Cannavina, ricordandoci della fontana, ormai chiusa, che la caratterizzava. Incontriamo la prima frana e poi altre ancora. Siamo già a circa 250 metri sul livello del mare, e la luce calda del tramonto fà diventare ancora più gialli i fiori della ginestra e l'aiuta a sprigionare un intenso profumo. Una sosta per ammirare il panorama, e per raccogliere qualche susina (schicciossa) o qualche fico maturo e si riprende a camminare. Si parla come sempre di questa meravigliosa terra, del perchè non riusciamo a condividerla, si parla delle tradizioni che si stanno perdendo.
La luna ormai è tramontata ci regala un favoloso cielo attraversato da una luminosa via lattea, e le costellazioni dell'orsa maggiora, dello scoprione e del cigno, ci accompagneranno lungo il nostro rientro ad Amantea. Iniziamo ad intraprendere la piccola salita del 'macello' e ci rendiamo conto che non c'è più la fontana dove si abbeveravano i 'ciucci' (come mai è stata distrutta?) ci sediamo sulle panchine poste vicino la croce e ci salutiamo per un prossima escursione. E' circa mezzanotte!
Buon cammino!
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giovedì 13 settembre 2012
Presentazione del blog "Camminando Onlus"
L'idea di creare un' associazione di 'camminanti' è nata per condividere insieme alle persone che ci sono vicine, le meraviglie che offre la natura, ed in special modo gli spettacoli naturali e paesaggistici che offre la nostra terra di Calabria.
Andare a piedi, 'camminare' per ritrovare il ritmo appagante con la natura.
Camminare per potersi fermare ed ammirare il giallo intenso dei fiori delle ginestre.
Camminare per sentire il respiro del bosco.
Camminare per condividere le emozioni con chi ti è vicino.
L'associazione Camminando Onlus, vuole riscoprire i luoghi meravigliosi della Calabria, come il Giardino degli Dei nel parco del Pollino, le cascate del Marmarico di Bivongi, le strette e suggestive gole del Raganello, ma vuole anche riscoprire i sentieri e i luoghi, che ci sono familiari, o per i ricordi di gioventù, o per trasmissione orale dei nostri anziani, cioè i luoghi vicini al paese in cui viviamo, Amantea.
Oltre le bellezze naturali si vogliono riscoprire anche i siti che hanno dato vita alla nostra 'storia', come il sito archeologico di Scolacium di Roccelletta di Borgia, il promontorio di Capo Colonna con il tempio di Hera Lacinia, il castello svevo a picco sul mare di Roseto Capo Spulico, la medievale Santa Severina, Strongoli antica ubicazione di Petelia, il bue primogenio scolpito nella roccia situato nella grotta del Romito di Papasidero, i Santuari disseminati nei punti più impervi e suggestivi, come Santa Maria delle Armi da cui si gode la piana di Sibari, Il Santuario della Madonna di Polsi incastonato nelle strette valli dell'Aspromonte, il Santuario di Sant'Ilarione posto a guardia delle gole della fiumara Allaro.
L'associazione è lieta se i 'camminanti' oltre a percorrere sentieri immersi nella natura, possono seguire e allo stesso tempo fornire il loro contributo alla creazione di questo blog.
Buon cammino a tutti.
Andare a piedi, 'camminare' per ritrovare il ritmo appagante con la natura.
Camminare per potersi fermare ed ammirare il giallo intenso dei fiori delle ginestre.
Camminare per sentire il respiro del bosco.
Camminare per condividere le emozioni con chi ti è vicino.
L'associazione Camminando Onlus, vuole riscoprire i luoghi meravigliosi della Calabria, come il Giardino degli Dei nel parco del Pollino, le cascate del Marmarico di Bivongi, le strette e suggestive gole del Raganello, ma vuole anche riscoprire i sentieri e i luoghi, che ci sono familiari, o per i ricordi di gioventù, o per trasmissione orale dei nostri anziani, cioè i luoghi vicini al paese in cui viviamo, Amantea.
Oltre le bellezze naturali si vogliono riscoprire anche i siti che hanno dato vita alla nostra 'storia', come il sito archeologico di Scolacium di Roccelletta di Borgia, il promontorio di Capo Colonna con il tempio di Hera Lacinia, il castello svevo a picco sul mare di Roseto Capo Spulico, la medievale Santa Severina, Strongoli antica ubicazione di Petelia, il bue primogenio scolpito nella roccia situato nella grotta del Romito di Papasidero, i Santuari disseminati nei punti più impervi e suggestivi, come Santa Maria delle Armi da cui si gode la piana di Sibari, Il Santuario della Madonna di Polsi incastonato nelle strette valli dell'Aspromonte, il Santuario di Sant'Ilarione posto a guardia delle gole della fiumara Allaro.
L'associazione è lieta se i 'camminanti' oltre a percorrere sentieri immersi nella natura, possono seguire e allo stesso tempo fornire il loro contributo alla creazione di questo blog.
Buon cammino a tutti.
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